Le origini antichissime dell’Agriturismo BIO Le Ceregne, vi riportano proprio alle radici della tradizione toscana. Le nostre strade, crocevia fra Arezzo, Siena Firenze, Rimini e Roma, furono percorse da esponenti della storia italiana quali Giulio Cesare. La nostra cultura, fondata sulla campagna e sul suo stile di vita, trova nome nell’antica parola “ceregnole”, le ciliegie, coltivazione tramandata da oltre 1400 anni in questa parte della Valtiberina Toscana.
La zona dove l’agriturismo è collocato ha origini che risalgono al V secolo a.C., ciò è confermato da un insediamento etrusco arcaico-ellenistico V/IV secolo a.c. ritrovato nelle vicinanze, dove si pensa che gli Etruschi estraessero il rame nei monti vicini. In seguito la zona fu abitata dai Romani che utilizzavano questa valle sia come terra di coniugazione attraverso la ARIMINENSIS fra Arezzo e Rimini (che intorno al 200 a.c. erano la principale difesa contro le invasioni galliche), sia sfruttando il Tevere come mezzo di trasporto per le merci, come le argille e le travi. Di questa strada ne parla anche Giulio Cesare nel “DE BELLO CIVILI” riferendosi ad una strada, utilizzata nel 49 a.C. da Marco Antonio, che attraversava l’Etruria da Sud a Nord e ancora oggi, è ben visibile un tratto di selciato nelle vicinanze dell’agriturismo. I primi cenni storici riguardanti l’abitato e la tenuta “Le Ceregne” risalgono al 700 d.c. quando i Longobardi invasero questa zona.
Infatti il nome Ceregne deriva dal nome dato dai Longobardi “Ceregnole“, derivante da ciliege, nome da mettere in relazione con le condizioni del suolo. Si pensa infatti che in questo periodo nel podere vi fossero numerose piante di ciliegio, coltivazione tramandata da oltre 1400 anni, e che ancora oggi, sono presenti in gran quantità.
Un altro lascito culturale dei Longobardi è la pratica del GHIANDATICO, cioè una pozza nel terreno dove si tenevano a macerare le ghiande per i maiali, pozza utilizzata fino a pochi anni fa ed ancora esistente.
Sappiamo che la chiesa di Tizzano, alla quale il podere apparteneva, nei secoli XIII e XV era di proprietà dei Capitani di parte guelfa di Firenze, cioè coloro che sostenevano il Papa ed erano contro l’Imperatore.
Sappiamo inoltre che nel 1551 gli abitanti della parrocchia erano 36 e che l’attività principale era quella agricola, i contratti erano di mezzadria anche se i coloni dovevano utilizzare le proprie semente e donare regalie ai padroni per Natale, Pasqua e Carnevale. La data più antica ritrovata nella casa al momento dei lavori di ristrutturazione svolti nel 1990 risale al 1797 ed è scolpita in un camino ancora presente ed utilizzato della fattoria. Si presume che il 1797 sia l’anno in cui è stata effettuata l’ultima importante ristrutturazione della casa da parte di signori locali che l’hanno utilizzata come tenuta di caccia fino al momento in cui la famiglia Fontana nel 1901 ed attuale proprietaria, l’ha acquistata.