La Fiera Antiquaria di Arezzo (o Mercato dell’Antiquariato) si svolge la prima domenica del mese ed il sabato precedente di tutti i 12 mesi dell’anno e offre ai visitatori di Arezzo, in Toscana, un ottimo compromesso fra il tipico mercatino dell’usato e la fiera delle antichità. Potrete trovare qui, ad ottimi prezzi: mobili di antiquariato, orologi antichi, modernariato, oggetti antichi vari come porcellane, specchi e gioielli, oltre ad abiti vintage e design deco.
Nata nel 1968, ideata dall’antiquario e collezionista Ivan Bruschi (la cui casa, immenso scrigno di preziose collezioni, è ora una “casa-Museo”), la Fiera Antiquaria di Arezzo, è stata la prima manifestazione antiquaria ad avere cadenza mensile regolare ed un successo duraturo e consolidato nel tempo.
Un successo favorito dalle conoscenze, dalle sollecitazioni e dall’impegno entusiasta del suo ideatore, tanto da fare subito “notizia” come dimostra un cinegiornale “Radar” girato alla terza edizione della Fiera.
Nei giorni della Fiera Antiquaria il piano inclinato ed irregolare di Piazza Grande, circondato da torri merlate e palazzi patrizi, sovrastato dalla mole austera della Pieve romanica e delimitato dalle Logge disegnate dal Vasari, torna ad essere “mercato” si popola, improvvisamente, di bancarelle, antiquari, collezionisti, curiosi e, naturalmente, turisti. I cortili ed i fondi dei palazzi, le Logge, brulicano di visitatori. I negozi si rianimano e i banchi colmi di oggetti di ogni tipo, invadono strade e viuzze, borghi e piazze di tutto il nucleo storico, trasformando la fisionomia della città.
I negozi antiquari in fiera, sono ormai più di 500, arrivano da ogni parte d’Italia ed offrono con i loro oggetti una panoramica assai ampia delle tradizioni culturali e dei costumi regionali.
Non solo, grazie anche al successo dell’esposizione all’aperto, le botteghe dei restauratori e i negozi antiquari si sono moltiplicate. Oggi in Arezzo si contano oltre 100 negozi di antiquariato, un numero che in trent’anni di Fiera si è quasi decuplicato, basti dire che nel 1968 gli antiquari presenti in città, erano non più di quindici. La loro impostazione, in molti casi, rispecchia la stessa eterogeneità che si ritrova nella Fiera Antiquaria: mobili, dipinti e oggetti diversissimi tra loro, non solo per epoca ma anche per qualità, sono mescolati in modo “disordinato” lasciando al visitatore il piacere della scoperta. Accanto a queste botteghe di ricercatori e raccoglitori, numerosi negozi espongono pezzi selezionati di grande pregio e propongono più accentuate specializzazioni per collezionisti ed intenditori: mobili e suppellettili, nature morte, quadri a soggetto religioso, dipinti d’ogni epoca, e poi gioielli, orologi argenti, libri e stampe antiche, modernariato, strumenti scientifici, radio e grammofoni, strumenti musicali, giocattoli. Ogni prima domenica del mese (e sabato precedente), sono più di 20.000 – con punte di oltre 30.000 – le persone che visitano in media ogni manifestazione.
La caccia all’oggetto pregiato, alla curiosità, al “pezzo” mancante di una preziosa collezione, si apre già durante la sera precedente l’apertura del mercato – quando la merce è ancora imballata sui camion – e si chiude, spesso dopo accese contrattazioni, al tramonto della domenica.
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